Confrontarsi con la
fotografia di strada è molto interessante, soprattutto in una grande città affollata. Le
occasioni per
rubare uno scatto sono infinite ed ogni incrocio, piazza o monumento diventa la location adatta. E’ un ottimo esercizio per applicarsi nelle
inquadrature veloci, ed anche per imparare ad approcciarsi alla gente. Devo confessare che inizialmente scattare ai passanti mi poneva in una situazione di grande imbarazzo, mi sembrava realmente di rubare, prendere senza chiedere; proprio per questo motivo cercavo di essere il più discreto possibile, usavo il
teleobiettivo in maniera da poter mantenere una distanza tale, utile a puntare e scattare senza lasciare il tempo al soggetto per capire se la foto era stata scattata o meno. Risultato? Pessimo! Poche
foto frontali, soggetti qusi sempre di tre quarti se non di spalle e soprattutto assenza di interazione. Per di più essere ripresi da un cannone crea diffidenza ed infastidisce, con tutta l’esasperazione che subiamo sulla
tutela della privacy una
foto rubata viene percepita subito come lesiva.
Non mi soddisfa questo modo di fotografare, così ho cercato di avvicinarmi sempre più alla gente, fino ad arrivare a dei livelli di spudoratezza che, sempre con il giusto tatto, mi hanno permesso di interagire con le persone, coinvolgerle nella creazione, instaurare un gioco divertente che dura giusto un paio di minuti: attraverso l’uso del
grandangolo, scatto a distanza ravvicinatissima, fermo la gente e chiedo loro se sono disponibili ad inscenare qualcosa di insolito come salutare un indiano scolpito nel legno od utilizzare porte immaginarie attraverso i sostegni dei cartelloni pubblicitari. L’occasione giusta
capita anche da sola ed allora ci vuole decisione, immortalo ciò che mi colpisce e subito dopo coinvolgo il soggetto in ciò che esso stesso ha generato. Mi sono reso conto che questo è un passo fondamentale per togliere la paura e la diffidenza, spiegare perchè si fotografa, mostrare il risultato nel display, sorridere e spesso le persone sono diponibili a soffermarsi per regalare un
inquadratura migliore. L’altro lato della medaglia è la
pubblicazione, la maggior parte della gente torna in una situazione di imbarazzo quando viene proposta la
firma della liberatoria; felici di lasciarti esporre il loro ritratto sulla tua pagina web, nel momento in cui si deve firmare molti si tirano indietro. Sarà la paura di mettere nero su bianco il
precedente accordo verbale? Proprio per questo motivo sto pensando di consegnare un biglietto sul quale compare l’indirizzo del blog e della galleria, farlo visitare invitando chi apprezzerà le mie foto, a compilare il form della liberatoria direttamente via web. In questo modo spero di lasciare il tempo alla gente di valutare la propria disponibilità a comparire in rete o ad una mostra. Chi si riconoscerà nei soggetti mascherati, mi
scriva dunque!! Se volete sapere quale tecnica ho utilizzato per questi ritratti di strada vi invito a leggere
AppuntiFotografici.